I miei più fedeli followers sanno che non sono solito recensire libri di fotografia in genere ma quando la presentazione avviene nella tua città e l’autore delle foto usa una tecnica, wide macro o macro ambientata che anche tu hai percorso, magari qualche annetto prima, visto che Emanuele Biggi, coautore con Francesco Tomasinelli, aveva appena 5 anni quando il Pirata arrivava secondo assoluto all’allora prestigioso concorso fotografico di Airone, beh allora si verificano tutte le combinazioni ideali per un eccezione che faccio molto volentieri. Questa sera quindi nella bella sala del Circolo dei Soci Euralcoop di Carbonia Emanuele Biggi, fotografo naturalista e conduttore con Sveva Sagramola del programma televisivo Geo, ha presentato il suo libro fotografico Predatori del Microcosmo dell’Editore Daniele Marson e disponibile online su Amazon. Edizione lussuosa in brochure con sovracoperta per 224 pagine e 220 fotografie, impaginato e stampato benissimo con cura maniacale. In basso un esempio rappresentativo di doppia pagina che testimonia dell’attenzione prestata ad un prodotto editoriale notevole.
Il libro descrive con dovizia di particolari, aneddoti, schede scientifiche e retroscena la vita per la sopravvivenza dei piccoli predatori nel mondo degli insetti, anfibi e rettili, negli aspetti più caratteristici, curiosi e meno conosciuti al grande pubblico. Non è quindi solo una raccolta di bellissime fotografie ma vi troviamo descritti anche i vari habitat, le strategie di caccia dei predatori e quelle difensive delle prede. Come ho detto prima, lo stile fotografico delle macro e close up di Emanuele Biggi è decisamente particolare,
infatti egli utilizza soprattutto obiettivi ultra grandangolari abbinati a volte a tubi di prolunga, per diminuire la minima distanza di messa a fuoco e quindi avere il principale soggetto proprio davanti la lente anteriore, come ben evidenziato sopra, nell’immagine del rarissimo ragno Desertas Wolf Spider (Hogna ingens) in una delle isole dell’arcipelago di Maderia, minacciato di estinzione ed inserito nella lista rossa dell’IUCN proprio su indicazione del fotografo e grazie alla pressione di un gruppo di naturalisti.
Questo tipo di ripresa ravvicinata riesce a restituirci il soggetto prescelto nel suo ambiente naturale con una visione allargata dello sfondo che ci fa percepire pienamente l’habitat riconducibile a quella singola specie di insetto, rettile, anfibio. Una tecnica non facile perché costringe il fotografo ad avvicinarsi tantissimo al soggetto prescelto e poi impone una raffinata illuminazione per evitare una eccessiva vignettatura, cioè un area più scura ai bordi del fotogramma. Ovviamente Emanuele utilizza anche ottiche macro “standard” per realizzare immagini più convenzionali e persino speciali obiettivi per macro spinte ai massimi ingrandimenti per sezionare più da vicino i suoi “modelli” naturali.
EMANUELE BIGGI
Sono quel tipo di persona che ha sempre trovato la flora e la fauna poco conosciute come la principale motivazione per esplorare il mondo. Rane, ragni, rospi o fiori puzzolenti sono quel tipo di esseri viventi che attirano la mia attenzione come una falena in una luce spot. Scherzo spesso per essere una specie di “nerd”, ma in realtà sono solo una persona che non teme di stare sdraiato a terra o vicino ad una corteccia per assistere alla meraviglia di questo bellissimo pianeta blu, che sia un leone o uno scarabeo stercorario. La fotografia è lo strumento principale che uso per raggiungere le persone con il mio messaggio. Sono anche un presentatore televisivo qui in Italia e questa parte del mio lavoro mi consente di raggiungere una vasta porzione di persone italiane ogni giorno. Il mio intero lavoro non mira a forzare un cambiamento nelle menti delle persone, mi piacerebbe solo agire come un sistema di controllo del movimento in prospettiva per eccitare il cervello di tutti e far loro percepire che in realtà non viviamo in un mondo fatto solo di cani, mucche e leoni della savana.