Teben è un brand poco conosciuto da noi ma è una azienda che nasce in Cina nel 1999 con una fabbrica situata ad est del lungo ponte di Shanghai (36 km), ottenendo dopo un anno la certificazione ISO9002 sui suoi mulinelli. In questi ultimi anni la produzione ha subito una svolta verso la “modernizzazione” per stare al passo con le richieste di un mercato sempre più attento oltre che al prezzo finale anche alla qualità generale. Esempio classico di questo processo che da tempo vede la Cina all’ avanguardia tecnologica, il PC con il quale scrivo, il cellulare, la stessa macchina fotografica con la quale ho scattato queste foto sono state realizzate in larga parte in quell’area geografica, è il mulinello Teben Sea Trolling 20000 del quale esiste anche una versione 15000 più piccola.
Lo avevo visto lo scorso anno all’Efttex di Vienna ed aveva subito attirato la mia attenzione e non solo la mia, infatti qualche mese dopo avevo avuto modo di leggere la recensione fatta dallo specialista mondiale di mulinelli fissi Alantani sul suo sito AlanHawk dove i mulinelli vengono sezionati e osservati al microscopio a cuore aperto. Il modello testato da Alantani, proprio dopo la sua disanima e gli appunti mossi, è stato ulteriormente migliorato nella versione importata in Italia, sostituendo i dischi frizione in plastica dei primi modelli con dischi in Carbotex e modificando e irrobustendo la piastra di chiusura della corsa dell’alberino della vite senza fine che comanda il movimento di imbobinamento della bobina, inoltre è stata recentemente adottata una manopola in alluminio al posto di quella in plastica della prima serie.
Per il resto appare subito evidente e non lo si può negare, che il Teben Sea Trolling sia nella parte estetica che nella meccanica interna e altre caratteristiche è molto simile ad un altro notissimo “SW 20000” di qualche anno fa’. Ha il corpo e il rotore realizzato in pressofusione con una lega metallica, la bobina, la ghiera frizione la manovella e la manopola sono invece realizzati in alluminio, l’archetto monoblocco è invece in acciaio inox come l’ albero principale.
Il peso di 872 gr è importante vista anche la taglia XLarge del mulinello che può contenere ben 375 mt di braided PE 8.0 (0,47 mm per 80lbs) e dispone di un drag max di oltre 30 lbs effettive grazie al sistema della doppia frizione con una serie di dischi posta superiormente e un grosso disco sulla base all’interno della bobina. Il rapporto di recupero è di 4.5:1, i cuscinetti sono 14+1 antireverse o monodirezionale di generose dimensioni, nella scatola della confezione si parla di cuscinetti inox di origine giapponese.
La bobina ha delle guarnizioni poste sia sulla ghiera che sulla base con degli O-Ring che in teoria dovrebbero renderla completamente stagna, il corpo ha guarnizioni attorno ai cuscinetti dell’asse nella manovella di recupero ma non al punto da poter garantire una totale e completa impermeabilità in caso di immersione prolungata sott’acqua. Sul guscio che racchiude il corpo c’è un foro chiuso da una vite da cui si può procedere alla regolare lubrificazione degli ingranaggi interni grazie all’olio fornito in dotazione assieme a due rondelle da utilizzare sull’alberino principale per equilibrare il corretto imbobinamento. VALUTAZIONI FINALI
La realizzazione generale strutturale è abbastanza curata, segno che il livello qualitativo è cresciuto notevolmente in questi ultimi anni ed anche esteriormente, la brochure allegata, assicura che le superfici sono state trattate per resistere a fenomeni corrosivi come salsedine e raggi solari. Molti particolari importanti come il rullino guidafilo con 2 cuscinetti interni e i braccetti dell’archetto con sistema di blocco manuale dello stesso contro le indesiderate chiusure accidentali durante il lancio stanno a confermare che, almeno nel primo di questi dettagli, si è cercato di migliorare il progetto
originale da cui innegabilmente deriva questo mulinello. Traspare insomma una certa cura posta anche in quelle soluzioni volte ad ottenere una certa impermeabilizzazione dei vari componenti, mi riferisco alle guarnizioni sull’alberino della bobina, a quella posta sul rotore e sull’ innesto della manovella, oltre sul coperchio che chiude il guscio e sull’asse della manovella. Ma non solo, anche la meccanica interna è volta alla ricerca di soluzioni valide e funzionali anche se la girante principale non è realizzata per forgiatura e lavorazione da un unico pezzo ma risulta ottenuta
per pressofusione di una speciale lega di zinco, rame e alluminio denominata ACuZinc™, la bobina in alluminio è però forgiata a freddo e lavorata con macchine a controllo numerico, gli alberi principali sono in acciaio inox, l’innesto in acciaio della manovella è diretto su filettatura. Insomma quelli della Teben hanno si copiato ma hanno cercato di farlo bene e se a questa prima impressione si affianca quella di un esperto come Alantani non c’è dubbio alcuno che ci troviamo davanti ad un prodotto abbastanza riuscito che oltretutto ha dalla sua anche un incredibile rapporto qualità-prezzo. Inoltre se consideriamo
che in Italia c’é un centro assistenza con ricambi originali, forniti solo però per gli acquisti effettuati in Italia e tracciati grazie a codici particolari, dobbiamo riconoscere che con meno di 300€ possiamo confrontarci con i tonni nostrani senza dover accedere ad un mutuo in banca, il che visti i tempi non guasta certo. Si tratta in buona sostanza di un attrezzo destinato ad impieghi gravosi che non mi dispiacerebbe portarmi dietro anche in qualche spedizione tropicale per potergli provare veramente i “cerchioni” nel confronto con altri senz’altro più blasonati e cari competitor, in quel caso potremo veramente vedere come saprà affrontare la prova reale e definitiva dell’ Oceano.
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