Ha finalmente visto la luce in queste settimane scorse la nuova serie di Everol dedicata ai rotanti da slow pitch già presentato in un primo prototipo alla passata edizione del 2017 di Pescare Show a Vicenza. Un progetto che intendeva realizzare dei modelli dedicati allo Slow Pitch e Inchiku aggiornando alcuni modelli della serie dei rotanti di Everol dedicati al vertical jigging, per intenderci i modelli VJ 6 – VJ 8 – VJ 12 e VJ 20. Le versioni prescelte per questo aggiornamento tecnico, con la consulenza di uno specialista mondiale del calibro di Calvin Tan di Reel Spa, sono stati i rotanti VJ 6 ed il VJ 8 che hanno rispettivamente adottato la nuova sigla di ESSE J6 ed ESSE J8. Grazie alla
cortese collaborazione di Paolo Sganzerla di Everol, abbiamo ricevuto per test e recensione il modello ESSE J6 con numero seriale 002. Già all’apertura del pacco (vedi video su Youtube) ci siamo resi conto di trovarci davanti ad un oggetto unico, non solo per via della scatola in multistrato di betulla che lo contiene ma soprattutto per le diverse soluzioni meccaniche adottate. Immutati i materiali utilizzati, per la precisione il telaio, la bobina e la guancia laterale sono ricavati da una barra unica di alluminio Anticorodal UNI3571 poi brillantati e anodizzati, gli ingranaggi e la minuteria in acciaio inox Aisi 316 sottoposto a trattamento di indurimento superficiale. Diverso invece il numero dei
cuscinetti, qui 8 invece dei 6 del modello VJ 6 + monodirezionale per l’antireverse infinito, ma soprattutto sono stati adottati cuscinetti ibridi in ceramica schermati su entrambi i lati. Una serie di cuscinetti di nuova concezione che prevedono un telaio in acciaio inox, per resistere a forti torsioni e sforzi, al cui interno troviamo le sfere di rotolamento in ceramica che dovrebbe fornire una scorrevolezza maggiorata. Cuscinetti ed ingranaggi sono lubrificati con uno speciale grasso Cal’s Grease TAN che contiene PTFE (teflon) per aumentare la fluidità e minimizzare l’attrito con una speciale formula adatta
a climi particolarmente caldi. Esternamente abbiamo altri ed importanti modifiche, con l’eliminazione del “Button Drag” la placca di controllo ausiliario della fuoriuscita del filo posta sulla guancia laterale, la leva della frizione più grande che scorre su una piastra in acciaio inox con 19 posizioni e che ha un escursione ampia di 240°, la lunga leva
della manovella ora regolabile su 3 posizioni (90 – 100 e 108 mm) con un profilo differente, nuovo disegno e disassata che permette di esercitare una forza maggiore. Poi abbiamo ancora la larga manopola ergonomica in alluminio, con grossi fori di alleggerimento, montata su 2 cuscinetti, e decentrata sull’asse con una
angolazione che rende più naturale e comoda l’impugnatura. Sulla guancia laterale troviamo due incavi anatomici sul bordo, sono studiati per migliorare e rendere più salda, la presa sul mulinello nella posizione più naturale per l’indice ed il medio, li troviamo anche in posizione riflessa poiché dobbiamo rammentare che la stessa guancia
può venire montata con la leva a destra ed a sinistra. Il peso è leggermente inferiore 450 gr contro i 490 gr del modello precedente, nonostante lo stesso spessore del telaio e della guancia laterale e la manovella più lunga con una manopola più grande. Il contenimento del peso è stato ottenuto con fori di alleggerimento, snellimento della bobina ed nuovo disegno della guancia laterale nel punto di inserimento dell’asse della bobina. C’è adesso anche un comodo “line stopper” su cui inserire il leader.
VALUTAZIONI FINALI
Nelle intenzioni della Everol c’ era la volontà di rinnovare i piccoli rotanti dedicati alle nuove tecniche, slow pitch in testa, in ascesa in questi ultimi tempi in Italia ma anche in Europa e nel sud est asiatico. Per questo ha preso alcuni spunti da quelli che sono considerati attualmente i modelli al top sul mercato mondiale, come il Marfix SJ Works N4, l’ Evergreen Oceanus e il Blue Heaven L30Hi ma senza stravolgere eccessivamente il progetto iniziale derivato per l’appunto dalla serie degli Everol VJ. C’era sicuramente molto da migliorare per quanto riguardava la scorrevolezza
della meccanica, che nei modelli originari era piuttosto “pastosa” mentre una prerogativa essenziale dei rotantini da light jigging è per l’appunto una notevole fluidità. L’obiettivo, in parte è stato raggiunto con l’adozione di 8 cuscinetti in ceramica ibridi e con l’utilizzo di un grasso speciale, di cui abbiamo parlato a fondo prima. A primo impatto si avverte il miglioramento ma c’è da far girare a lungo il mulinello, con l’utilizzo pratico, prima che si noti una maggiore scorrevolezza. Molto bene la lunghezza della leva e la possibilità della sua regolazione su varie
posizioni, la manopola ergonomica si impugna bene e questo consente di recuperare con facilità jigs panciuti che esercitano un notevole attrito e resistenza in acqua. Comoda la leva della frizione che si aziona agevolmente con la mano che impugna la canna, senza dover togliere la mano dalla manopola, essenziale nell’arrivo sul fondo per bloccare la bobina ed iniziare in sincrono il recupero e per regolare la pressione della frizione durante il combattimento. Il potere frenante del disco frizione arriva ad un drag Max di 26/28 lbs effettive, risulta molto omogeneo e modulabile
grazie all’ampia corsa della leva di regolazione, che arriva a 240° su 19 posizioni predefinite ricavate sulla guida inox di scorrimento. Peccato non avere predisposto un fermo meccanico della bobina o con una ruota dentata in abbinamento al cuscinetto monodirezionale o con un comando apposito da posizionare sulla guancia laterale, come accadeva agli inizi del jigging sui primi rotanti Ocea Jigging di Shimano. Un meccanismo di sicurezza che blocca la bobina meccanicamente ed è estremamente utile nel caso di incagli sul fondo e che tutti gli altri competitors jap
posseggono. Ottima invece la capienza della bobina di ben 350 mt di PE 2.5 nonostante la gola sia davvero stretta, circa 20mm ed il rapporto di recupero di 6.2:1 che permette di recuperare 100 cm di filo per ogni giro della manovella. Compattezza poi davvero notevole, con la guancia che ha un diametro di circa 65/67mm e sta comodamente nel palmo della mano e i due incavi sul bordo consentono di sistemare indice e medio per bloccare ulteriormente e saldamente il mulinello durante l’azione di pesca. Peso ridotto a 450 gr, per via della “cura dimagrante” e dei vari alleggerimenti che interessano diverse componenti, certo non sono pochi ma qui parliamo di un mulinello “full metal” con un telaio e guancia laterale che ha uno spessore importante. Forse qualche personale appunto sull’anodizzazione “green bottle” ma del resto Everol ci aveva già abituato a livree decisamente accese ed insolite nella precedente serie, si chiama “accent” e il suo scopo è quello di rendere immediatamente chiaro e visibile il modello in uso, una moderna regola del design avanzato.. Qui c’è da aggiungere che la tinta cromatica è omogenea ed uniforme nei diversi componenti che formano il mulinello. Si tratta di un prodotto realizzato con cura artigianale, con materiali e componenti di ottima qualità, che rispetto agli altri prodotti di pari classe ha una sua personalità specifica, ben definita. Forse non raggiungerà l’estrema fluidità e la raffinatezza di certe soluzioni tecniche, estetiche e funzionali ma qui si avverte la “sostanza” di un progetto che comunque è ancora suscettibile di eventuali miglioramenti. Parliamo di un articolo non proprio economico che si rivolge ad un pubblico di veri appassionati e fanatici del light jigging in tutte le sue forme, la notizia buona è che costa mediamente qualcosa in meno dei vari sfidanti che abbiamo elencato sopra. Per info e dettagli mandate un messaggio sul form di contatti sul sito Everol QUI.